A cura di Stefano Lombardi
In questa occasione i Maestri, gli Istruttori e tutti gli appassionati del bonsaismo italiano si ritrovano per passare 3 giorni all’insegna del Bonsai. Ospiti il Maestro Keniki Abe e suo figlio Daiki Abe, che hanno tenuto conferenze e workshop davvero interessanti.
La mostra presenta le migliori piante del panorama italiano, coltivate dacollezionisti e grandi appassionati; esemplari davvero unici e di grande pregio. Poter esporre una pianta e vederla poi stampata sul catalogo UBI credo sia un po’ il sogno nel cassetto di ogni bonsaista italiano.
Quest’anno ho avuto l’onore e il piacere di assistere l’Istruttore Paolo Nastasi durante la sua dimostrazione. Mi sono da subito reso conto che una cosa è vivere da spettatore un evento così importante, ben altra cosa è dare il proprio contributo ed essere coinvolto in prima persona. Una cosa che ho appreso subito è che una dimostrazione non si improvvisa. Non prendendo in considerazione il fatto che per maturare l’esperienza e l’abilità per diventare un “dimostratore” occorrono anni di duro e serio lavoro, anche solo la scelta della pianta da lavorare diventa una sfida che potrebbe racchiudere in sé alcune insidie.
Paolo ha iniziato almeno un mese prima a tenermi informato sulle piante che avrebbe potuto portare in dimostrazione, descrivendomi pro-e contro per ognuna di esse. Avere la possibilità di ascoltare considerazioni di questo tipo è stato per me davvero molto formativo. La scelta è ricaduta su un esemplare di pino mugo di proprietà di Luigi Maggioni, conosciutissimo “personaggio” del panorama bonsai per i suoi amati shohin.
Su indicazione di Paolo, ho rappresentato con alcune tavole la pianta vista dal vecchio fronte, quando ancora presentava due belle vene linfatiche. Nel tempo queste si sono ritirate, lasciando sul fronte della pianta solo legna secca (vedi immagine qui sopra); da qui l’esigenza di reimpostare la pianta con un nuovo fronte, per far sì che la vena viva possa tornare ad essere visibile. Quello che andremo a fare sarà quindi un cambio di fronte, ridistribuendo i palchi fogliari, piegatura di alcuni jin e rami per ridare equilibrio e un nuovo design alla pianta.
Il lavoro di pulizia e filatura è stato molto accurato; in questa fase del lavoro Paolo mi ha mostrato come filare al meglio alcuni rami che avevo in precedenza legato; anche in questa occasione si è dimostrato un Istruttore molto esigente, ma allo stesso tempo paziente e sensibile nei confronti del suo allievo… Personalmente non cerco di giustificarmi, ma il carico emotivo in dimostrazione è certamente un fattore da prendere bene in considerazione: una cosa è lavorare a casa propria, altro discorso è lavorare sotto gli occhi di tutti!
Paolo mi ha coinvolto e incoraggiato fin da principio a fare del mio meglio, tenendo sempre a mente che fare bonsai deve comunque essere un piacere! Lavorare divertendosi è la “condicio sine qua non” per realizzare qualcosa di buono. E questo non si limita al bonsai, ma ho potuto sperimentarlo in molti aspetti della vita. Il risultato ottenuto come si può vedere dalla foto è davvero appagante. La pianta ora dovrà essere coltivata la meglio per infittire i palchi e mostrarsi matura in tutta la sua bellezza.
Potete vedere un breve video direttamente dalle parole di Paolo Nastasi su come si è arrivati al risultato della lavorazione nel video qui sotto.
Tornato da questa bellissima esperienza, ringrazio tutti quelli che l’hanno resa possibile (in primis mia moglie!) e riparto con rinnovato entusiamo sulla via del bonsai…
Stefano Lombardi